E' il diciassette agosto e domani partiremo per lasciare il paese di Gesico alla volta di Porto Torres. Torneremo l'anno prossimo, come tutti gli anni, in estate. Anche questa volta non sono riuscito a fare che un decimo delle cose che mi ero ripromesso, ma anche questa è una costante. Mancano poche ore all'ora di cena, se sono fortunato faccio ancora in tempo a salutare zia Nina e zio Lucio... chissà... ma si, proviamo!
Zia Nina è la più vecchia rappresentante della famiglia Schirru a Gesico, sorella di mia nonna Cenza, e quando posso vado sempre a salutarla con piacere.
Passo a prendere mia madre e con lei andiamo da zia...
Ai saluti seguono le interminabili chiacchierate sui parenti e sull'albero genealogico di famiglia... e poi zia inizia a raccontare quelle cose che più mi piacciono... piccole filastrocche, muttettus e preghiere in lingua sarda campidanese! Che memoria...
Le credenze popolari della Sardegna attribuivano ai santi il compito di proteggere le persone da eventi naturali che potevano essere pericolosi. Come già abbiamo visto per il malocchio, "is brebus", le parole pronunciate per proteggere o per curare erano spesso alternate ai nomi dei santi che avrebbero dovuto fungere da protettori o intermediari. Ebbene, anche per proteggersi dai temporali i santi avevano la loro importanza, Santa Barbara e San Giacomo in particolare. Chi voleva proteggere i suoi cari dai pericolosi temporali e dai fulmini non aveva che da eseguire un antico rito durante il quale venivano recitate queste parole:
Santa Brabara e santu Jaccu,
bosu pottaisi is crai de lampu
bosu pottaisi is crai de celu
non toccheisi a fillu allenu
ne in domu e ne in su sattu,
santa Brabara e santu Jaccu.
La traduzione è circa questa:
Santa Barbara e san Giacomo,
voi avete le chiavi del fulmine
voi avete le chiavi del cielo
non colpite i figli degli altri
ne a casa ne in campagna,
santa Barbara e san Giacomo.
A mio parere questa è solo una piccola parte della preghiera ma al momento non sono in possesso di altre versioni che mi consentano paragoni. Posso solo dire che è abbastanza strano che si chiedesse la protezione per i figli degli altri ma non si accennasse ai propri.
In ogni caso devo ringraziare per questi versi mia zia Nina che nonostante i suoi 89 anni possiede ancora una memoria di ferro.
Grazie zia e alla prossima!
Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO