Un gruppo di studenti dell'Università di Sassari sta lavorando agli scavi del cimitero che si trova sul retro della cattedrale.
Visitiamo
la cattedrale, sitratta di una costruzione del XII secolo, in stile
romanico, costruita su una precedente chiesa andata distrutta da un
incendio intorno al 1090 d.C.
Comprendeva un tempo il palazzo vescovile e la canonica. Oggi resta solo la cattedrale e alcune rovine degli altri edifici.
La
facciata esterna della basilica è molto ricca di decorazioni in pietra
lavorata. Al piano terra vi sono tre arcate. L'arcata di destra è molto
bella, trattandosi di una bifora la cui colonnina centrale è poggiata su
un leone ancora riconoscibile anche se rovinato dal tempo inclemente.
Nel
XV secolo la parte sinistra della facciata della cattedrale crollò e
fu ricostruita senza badare troppo a restituirle la forma iniziale.
Nella
facciata vi sono molte altre decorazioni in pietra, sugli archi
principalmente, che rappresentano santi o animali e che danno un aspetto
curioso alla cattedrale.
Eppure,
ci spiegano, la facciata è stata aggiunta dopo la costruzione della
cattedrale, la cui facciata originale è ora nascosta.
Quando saliamo al primo piano è infatti possibile vedere una piccola bifora che dagli appartamenti privati del vescovo consente di vedere l'interno della chiesa.
Al
piano superiore si trova un camino in pietra molto interessante a forma
di mitra vescovile. Non avevo mai visto un'opera simile.
Incisa
nella pietra vi è la formula di consacrazione dell'altare (o della
chiesa, non sono certo della cosa). La guida attira la nostra attenzione
su una leggera incisione a forma di sandalo. Testimonianza del
passaggio dei pellegrini.
L'interno della chiesa è molto semplice. Il tetto è in legno e in fondo, nei pressi dell'altare, si trova una statua del santo.Si tratta di Sant'Antioco, il cui culto è molto diffuso nell'isola.
Antioco arrivò in Sardegna dall'Africa, dove venne esiliato dall'imperatore Adriano. Antioco in Sardegna
vi morì, nell'anno 125, a Sulci, l'odierna isola di Sant'Antioco. La
statua rappresenta il santo con in mano la palma del martirio.
La
visita è terminata e andiamo via soddisfatti, ripromettendoci di
tornare l'anno prossimo per una nuova visita agli scavi e per vedere le
domus de janas e i graffiti rupestri che si trovano nell'altopiano alle
spalle della chiesa.
Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO