martedì 4 luglio 2017

Giuseppe Brotzu, un sardo contro la malaria

Spesso le guerre più combattute non sono quelle che si svolgono su un campo di battaglia, ma quelle, ignote ai più, volte a far trionfare un'idea o un'intuizione o una ricerca o una scoperta che può portare vantaggi e soluzioni a problemi vitali non solo di un Popolo o di uno Stato, ma del Mondo intero! Abbiamo visto Vincenzo Tiberio e Aldo Castellani, Medici e Militari, alle prese con simili “combattimenti”, ma non furono, ovviamente, i soli a doversi battere sul campo della salute!
Giuseppe Brotzu (Cagliari, 1895 – 1976), si laureò in medicina, mantenendo le tradizioni di famiglia, presso la Regia Università di Cagliari nel 1919. Fu esonerato dal Servizio Militare proprio perché, dotato unicamente della sua competenza professionale, combattesse da subito la battaglia contro una malattia allora devastante: la malaria! Appena laureato, infatti, gli venne affidata la Direzione degli ambulatori antimalarici di Cagliari. Dopo gli studi d'Igiene e la Didattica, prima a Siena e poi a Bologna, nel 1933, tornò a Cagliari e assunse la direzione dell'Istituto di Igiene della Città. Fu Preside della facoltà di Medicina (1935 – 36) e poi Rettore (1936 – 1943). Lasciato l'insegnamento nel 1965 per limiti d'età, continuò a frequentare l'Istituto di Igiene fino a oltre ottant'anni. Nel 1945, dopo anni di studi e di ricerca, arrivò alla scoperta delle cefalosporine.
Alla carriera accademica affiancò quella politica: Assessore Regionale all'Igiene e Sanità (1949 – 1955), Presidente della Regione (1955 -1958) e Sindaco di Cagliari (1960 – 1969).
Costantemente impegnato nel sociale, assunse un ruolo decisivo nella campagna della Fondazione Rockefeller per l'eradicazione della malaria dalla Sardegna. “L'impegno nella lotta alla più antica e subdola malattia nella storia della Sardegna - la malaria - attraversa l'intero arco della vita scientifica, accademica e politico-istituzionale di Giuseppe Brotzu.” Morì a Cagliari l'8 aprile del 1976. A lui è dedicata la struttura sanitaria più importante di Cagliari e della Sardegna.
Brotzu, dal 1920, iniziò la sua ricerca in ambito microbiologico con un'attenta osservazione delle acque del porto di Cagliari, fortemente inquinate dagli scarichi fognari urbani, nelle quali tuttavia molti giovani facevano ogni giorno il bagno senza che si manifestassero episodi singoli o epidemie almeno di infezioni come tifo o paratifo!
Si ipotizzava che, poiché vi erano pessime condizioni sanitarie ma pochissimi casi di infezioni, i sardi, e in particolare i Cagliaritani, godessero di una stranezza immunologica. Se questo per molti studiosi rappresentava un dato inspiegabile, ma di fatto ormai assodato, per Brotzu era una prova evidente della presenza, in quelle acque, di un agente immunizzante. Dimostrò, infatti, che in Città esisteva un'endemia tifica, ma in forma lieve, nota come “infezione eberthiana”, senza che si manifestassero epidemie come accadeva in simili situazioni in Italia. Brotzu e il collaboratore Spanedda, "cultori della ricerca anche in tempo di guerra", iniziarono a raccogliere campioni d'acqua dalla zona orientale del Golfo commerciale di Cagliari, detta “su Siccu”, alla ricerca di “antagonismi batterici”. Inizialmente Brotzu pensò che le condizioni ambientali fossero talmente sfavorevoli per i batteri da inibirne i caratteri patogeni.
I microrganismi contenuti nei campioni prelevati, vennero “seminati su terreno comune e fatti sviluppare a temperatura ambiente... A sviluppo completo le colonie di numerosissimi germi erano state isolate e di ciascuna di esse era stato saggiato il potere antagonistico” verso diversi batteri responsabili di infezioni. “Seguendo questa tecnica assai semplice fu possibile studiare delle centinaia di germi e scegliere tra di essi il micete che fin dai primi isolamenti si mostrò dotato di particolari e spiccate attività inibenti”. In particolare, il 20 luglio 1945 Brotzu e il suo collaboratore Spanedda poterono ammirare “la colonia [di un fungo del genere Cephalosporinium] color ocra con tonalità rosa che inibiva diversi microrganismi tra cui la salmonella typhi.” Nello stesso anno, venne isolata la “micetina Brotzu” che il Professore e il suo collaboratore sperimentarono personalmente per testarne l'efficacia, o la tossicità.
All'inizio del 1947 Brotzu trattò pazienti malati gravemente di tifo che guarirono. "Le condizioni generale di un malato risentono in genere di un miglioramento notevole[...]già dopo le prime due o tre inoculazioni il materiale prelevato è risultato batteriologicamente sterile".
Brotzu inoltrò istanze ai vari Ministeri ed Enti interessati per avere fondi e attrezzature, ma, come spesso avviene in Paesi in cui “il tempo dedicato al lavoro è sottratto alla carriera”, fu completamente ignorato. Su richiesta di Sir Howard Florey dell'Università di Oxford, il ricercatore che aveva prodotto la Penicillina ri-scoperta da Alexander Fleming dopo le intuizioni del nostro Vincenzo Tiberio, Brotzu inviò una sua coltura del Microrganismo antibiotico da lui individuato. Tra il 1951 ed il 1961 vennero isolate e purificate differenti sostanze ad attività antibiotica; tra queste la cefalosporina C, che divenne il capostipite di una nuova generazione di antibiotici. Il brevetto del principio attivo, all'insaputa di Brotzu, venne venduto a due importantissime Industrie farmaceutiche che ottennero con esso enormi profitti. La paternità scientifica dell'antibiotico fu riconosciuta allo scienziato cagliaritano dalla comunità scientifica internazionale solo negli anni settanta!
Non minore fu il suo impegno civile negli anni difficili del dopoguerra e della ricostruzione, quando gli furono affidate le cariche di Sovrintendente sanitario regionale e Presidente degli Ospedali riuniti di Cagliari. Brotzu, già prima che si diffondesse l'uso su larga scala del DDT, cercò di contrastare il bimillenario flagello della malaria, “causa intima del silenzio di tomba che da tanti secoli opprime l'isola” e “bavaglio che ne intralcia l'evoluzione”. Fra tutti i problemi uno ha avuto nella storia della Sardegna un'importanza fondamentale: la malaria. Chi non è sardo e non bene a conoscenza della storia del nostro popolo, non potrà intendere lo stato d'animo e la nostra sensibilità al problema della malaria che ha oppresso, debilitato, piegato il popolo sardo per oltre 2000 anni e gli ha impresso delle stigmate che forse, solo tra qualche generazione, potranno essere cancellate… Il mantenere lontano dalla nostra isola il pericolo della malaria è quindi il primo compito da affrontare… Occorre infatti ricordare che senza salute non vi è benessere e ricchezza in un popolo”.
Brotzu divenne membro dell'Alto Commissariato all'Igiene e Sanità e poté quindi seguire da vicino i primi passi del Sardinian Project, il grandioso esperimento naturale che aveva come obiettivo l'eradicazione della malaria in Sardegna. Fu membro anche dell'Ente Regionale per la Lotta Anti anofelica in Sardegna e collaborò con la Rockefeller Foundation per la riuscita di un “Piano di Rinascita” confortato dagli ottimi risultati conseguiti in USA ed in altri Paesi.
Una volta sconfitta la malaria, nei primi anni cinquanta, da Assessore all'Igiene e alla Sanità Brotzu sostenne l'istituzione del Centro regionale antimalarico e anti-insetti per consolidare i risultati ottenuti attraverso la piccola e media bonifica. “Combattè” anche per la realizzazione di ospedali, poliambulatori, mattatoi igienici, acquedotti per l'approvvigionamento di acqua potabile, zone residenziali idonee anche ad opporsi alle malattie sociali, opere di risanamento e tutela dell'ambiente,…

Enzo Cantarano, Luisa Carini


Bibliografia
  • Abraham, E. P.  The Cephalosporin C Group, in Quarterly Reviews n. 21, 1967
  • Baldry P, The Battle Against Bacteria: A Fresh Look : a History of Man's Fight Against Bacterial Disease with Special Reference to the Development of Antibacterial Drugs, Ed. CUP Archive, 1976
  • Bo G:, G. Brotzu and the discovery of cephalosporins, in Clin Microbiol Infect, 6, 3 pp. 6–9
  • Brotzu G, Osservazioni e ricerche sull'endemia tifica in Cagliari, in L'Igiene moderna, XVI 1923
  • Brotzu G, La malaria nella storia della Sardegna, in "Mediterranea", n°8, 1934, pag. 19
  • Brotzu G, Ricerche su di un nuovo antibiotico, Cagliari, 1948 pag. 3
  • Cantarano E, Carini L. Storia della Medicina e della Assistenza Sanitaria per le Professioni Sanitarie, UniversItalia, 2013, pag. 175.
  • Cornaglia, G To the memory of an angel, in Clinical microbiology and infection, European Society of Clinical Microbiology and Infectious Diseases, Ed. Decker Europe, 1995
  • Del Piano L. (a cura di), Per Giuseppe Brotzu , Edizioni Della Torre, Cagliari, 1998
  • Greenwood D. Antimicrobial Drugs: Chronicle of a twentieth century medical triumph, Ed. Oxford University Press, 2008
  • Landau R, Achilladelis B, Scriabine A, Pharmaceutical Innovation: Revolutionizing Human Health, Ed. Chemical Heritage Foundation, 1999
  • Paracchini R. Il signore delle Cefalosporine. Storia di una scoperta. Demos, Cagliari, 1992.

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