Erano tempi difficili... i bambini giocavano con bastoni e pietre, le bambine con bambole di pezza...
Capitava, talvolta, che ci si contendeva un giocattolo e, allora come ora, si sentiva urlare “E' mio...”, “Nooo, è mio...”
Era in quei momenti che il nonno interveniva, anche per evitare interventi ben più energici di chi doveva lavorare. Seduto ai piedi di un albero ombroso, chiamava a se tutti i bambini: “piccioccheddusu, benei innoi ca si contu...” (ragazzini, venite qua che vi racconto...).
Era in quei momenti che il nonno interveniva, anche per evitare interventi ben più energici di chi doveva lavorare. Seduto ai piedi di un albero ombroso, chiamava a se tutti i bambini: “piccioccheddusu, benei innoi ca si contu...” (ragazzini, venite qua che vi racconto...).
A quelle parole, una torma di ragazzini urlanti si sedeva intorno al vecchio in attesa del racconto. Quando finalmente si era fatto silenzio, iniziava il racconto...
“Una volta in paese passava un fraticello, indossava un saio vecchio e consunto ed un paio di sandali consumati dal tempo... sulle spalle aveva una bisaccia in cui mettere le offerte dei paesani. Arrivava a piedi, ogni anno nello stesso periodo, subito dopo il raccolto. Quell'anno, recatosi nella prima casa, gli fu offerta una “mesuredda” (circa quattro chili) di grano. Il fraticello accettò e riempito il sacco ringraziò, benedì la casa e andò via. Si fermò poco dopo e per evitare di portarsi appresso il sacco chiese ad una contadina di custodirglielo mentre lui proseguiva la questua. Durante la notte le galline, trovato il sacco, si mangiarono il grano. Quando il fraticello tornò, la contadina spiegò l'accaduto ma il frate non volle sentir ragioni e disse: “Mi deve restituire il grano... altrimenti mi da la gallina!”. La donna, addolorata per la perdita ma consapevole delle sue responsabilità, consegnò la gallina e il fraticello andò via.
Prima di proseguire la questua si fermò in una casa li vicino e chiese che per cortesia gli custodissero la gallina. E così fu che durante la notte, mentre la gallina beccava qualche sassolino dal selciato del cortile, i maiali l'aggredirono e se la mangiarono. Quando al mattino si cercò la gallina si trovò solo qualche piuma insanguinata e ci volle poco a capire l'accaduto... Allora il fraticello disse “o la gallina o il maiale”. Non avendo altre galline la padrona di casa gli diede il maiale. Alla sera il fraticello si recò da un'altra famiglia e chiese di tenergli in custodia il maiale fino al giorno dopo e così fu che la padrona di casa mise il maiale nella stalla con i cavalli. Questi, imbizzarritisi, lo uccisero a calci. La mattina dopo, visto l'accaduto, il fraticello disse “o il maiale o il cavallo”e così gli fu dato il cavallo.
Alla sera, come suo solito, il fraticello chiese che gli venisse custodito il cavallo e spiegò che se avesse agitato la testa significava che aveva fame, se invece raschiava la terra con la zampa aveva sete. E così fu che durante la notte al cavallo venne sete. La padrona di casa allora chiamò la figlia e le disse di portare il cavallo a bere. La ragazza prese il cavallo e lo condusse all'abbeveratoio. Quando arrivò all'abbeveratoio c'erano altri cavalli. Il cavallo condotto dalla ragazza si imbizzarrì e scappò via... la ragazza tornò a casa e raccontò l'accaduto alla madre... in quel mentre arrivò il fraticello che, sentito l'accaduto disse “o il cavallo o la ragazza...”E così, non avendo un altro cavallo gli fu data la ragazza! Il fraticello la mise nel sacco e andò via.
Lungo la strada però si fece sera e, vista una casetta di povera gente, il fraticello si fermò e chiese di poter lasciare in custodia il sacco... La padrona di casa accettò. Quando il fraticello si fu allontanato la ragazza, che aveva riconosciuto la voce della nonna, la chiamò e, fattasi liberare, le raccontò l'accaduto. La saggia nonna allora, presi due cani affamati dal cortile li rinchiuse nel sacco al posto della nipote. Al mattino, quando si presentò il fraticello gli fu riconsegnato il sacco e lui felice andò via... Lungo la strada sentiva dei mugolii provenire dall'interno del sacco e lui, credendo si trattasse della ragazza diceva “un po di pazienza... come arriviamo all'albero che c'è lungo la strada ti faccio uscire... e facciamo l'amore...” Così, quando giunsero all'albero lungo la strada, il sacco venne poggiato a terra e aperto... i due cani, con sua grande sorpresa, lo aggredirono...
Prima di proseguire la questua si fermò in una casa li vicino e chiese che per cortesia gli custodissero la gallina. E così fu che durante la notte, mentre la gallina beccava qualche sassolino dal selciato del cortile, i maiali l'aggredirono e se la mangiarono. Quando al mattino si cercò la gallina si trovò solo qualche piuma insanguinata e ci volle poco a capire l'accaduto... Allora il fraticello disse “o la gallina o il maiale”. Non avendo altre galline la padrona di casa gli diede il maiale. Alla sera il fraticello si recò da un'altra famiglia e chiese di tenergli in custodia il maiale fino al giorno dopo e così fu che la padrona di casa mise il maiale nella stalla con i cavalli. Questi, imbizzarritisi, lo uccisero a calci. La mattina dopo, visto l'accaduto, il fraticello disse “o il maiale o il cavallo”e così gli fu dato il cavallo.
Alla sera, come suo solito, il fraticello chiese che gli venisse custodito il cavallo e spiegò che se avesse agitato la testa significava che aveva fame, se invece raschiava la terra con la zampa aveva sete. E così fu che durante la notte al cavallo venne sete. La padrona di casa allora chiamò la figlia e le disse di portare il cavallo a bere. La ragazza prese il cavallo e lo condusse all'abbeveratoio. Quando arrivò all'abbeveratoio c'erano altri cavalli. Il cavallo condotto dalla ragazza si imbizzarrì e scappò via... la ragazza tornò a casa e raccontò l'accaduto alla madre... in quel mentre arrivò il fraticello che, sentito l'accaduto disse “o il cavallo o la ragazza...”E così, non avendo un altro cavallo gli fu data la ragazza! Il fraticello la mise nel sacco e andò via.
Lungo la strada però si fece sera e, vista una casetta di povera gente, il fraticello si fermò e chiese di poter lasciare in custodia il sacco... La padrona di casa accettò. Quando il fraticello si fu allontanato la ragazza, che aveva riconosciuto la voce della nonna, la chiamò e, fattasi liberare, le raccontò l'accaduto. La saggia nonna allora, presi due cani affamati dal cortile li rinchiuse nel sacco al posto della nipote. Al mattino, quando si presentò il fraticello gli fu riconsegnato il sacco e lui felice andò via... Lungo la strada sentiva dei mugolii provenire dall'interno del sacco e lui, credendo si trattasse della ragazza diceva “un po di pazienza... come arriviamo all'albero che c'è lungo la strada ti faccio uscire... e facciamo l'amore...” Così, quando giunsero all'albero lungo la strada, il sacco venne poggiato a terra e aperto... i due cani, con sua grande sorpresa, lo aggredirono...
Così accadde che il fraticello dopo quella brutta esperienza, non tornò più in paese... e tutti i bambini, finito il racconto, ripresero a correre, urlare ed inseguirsi... almeno fino alla prossima storia!
Alessandro Giovanni Paolo Rugolo
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