Il passato, ricco di rovine, di morti e di nascite, di insegnamenti dimenticati e sconosciuti ai più... che se raccontato in modo adeguato spesso riserva delle piacevoli sorprese...
Tutti conserviamo una parte del passato, una foto, una lettera della nostra gioventù o di quella dei nostri genitori e nonni, un vecchio mobile, l'immaginetta della prima comunione di un bimbo che nessuno ricorda più... semplicemente un ricordo a noi caro...
Eppure solo in pochi sono in grado di capire fino in fondo il “valore” delle cose antiche, al di là del valore affettivo o venale che possono avere. Sono in pochi a saper leggere nel passato gli insegnamenti sempre validi, sempre più spesso dimenticati tra le pagine di un libro di storia... in soffitta, sul fondo di una cassa polverosa!Ci muoviamo tutti i giorni tra resti del passato che aspettano solo di essere letti nei loro significati più profondi.
Il passato va’ letto, conosciuto, studiato, per trarne quegli insegnamenti che possano guidarci nel presente per avere un futuro migliore. Ecco perché mi dedico, sempre più frequentemente allo studio del passato, delle cose antiche, delle tradizioni popolari, di cui é tanto ricca la “mia” Sardegna. Le tradizioni popolari sono forse quella parte del passato più vicina a noi... è sufficiente guardarsi intorno, avere il coraggio di fermarsi a parlare con gli anziani del paese per sentire storie inedite di vita vissuta... o semplicemente, racconti fiabeschi...
Normalmente, le tradizioni popolari venivano tramandate oralmente, nei momenti in cui non si lavorava, durante una pausa, durante un temporale, attorno al caminetto... poi l’arrivo della elettricità, della radio, della televisione, il cambiamento delle attività lavorative, le diverse abitudini di vita, hanno “distrutto” quei ritagli di tempo che si dedicavano ai racconti che tanti di noi, come i nostri padri, hanno sentito da piccoli. Storie di stregoni, di mostri, di furberie o semplicemente storie di vita, che solitamente avevano una morale, più o meno evidente, talvolta dimenticata...
Si trattava, in generale, di momenti istruttivi che nella nostra società, in linea di massima, sono venuti a mancare in quanto devoluti ad istituzioni troppo grandi e complesse per occuparsi di “tradizioni popolari”. Nei miei racconti, ho cercato di ricreare l’atmosfera familiare... di quei “momenti magici” come mi piace chiamarli, ricreando l’ambiente di una famiglia riunita attorno al camino acceso, o comunque creando delle situazioni di “libertà dal presente” che permettano un “ritorno al passato”. Per esempio la mancanza di energia elettrica durante un temporale é, a mio parere; un ottimo espediente per far si che il più anziano della famiglia possa iniziare un racconto. Un consiglio? Provateci anche voi... più tardi, quando avete finito di navigare sul web, spegnete la TV e chiamate intorno a voi vostro figlio e vostra moglie, classica famiglia moderna di tre persone... e leggete una delle mie storie, a voce alta, simulando la luce soffusa del camino con una lampada da tavolo... non è la stessa cosa... ma meglio che niente... Credo di aver spiegato con sufficiente chiarezza il mio intento, per cui vi lascio alle letture...
Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO
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